Caso di malasanità a Nocera, la lettera aperta di un cittadino angrese
“Non voglio risarcimenti, chiedo più rispetto per i malati”
Carmine G, su facebook, ha richiesto la “condivisione” e l’attenzione per il caso di malasanità (infezioni dovute a scarsa igiene) verificatosi all’Ospedale di Nocera. La riportiamo anche noi, colpiti dalla dignità con cui è stata scritta la lettera e dalle domande poste che meriterebbero una risposta.
Cari dirigenti e medici dell’ASL SA1, dopo l’ennesima esperienza di mala organizzazione sanitaria e di mancanza di rispetto verso i pazienti mi sono deciso a scrivere questa piccola lettera nella speranza che possa essere condivisa da quanti desiderano un miglioramento della nostra sanità dell’Agro.
Innanzitutto, vi ringrazio (i miei genitori mi hanno insegnato a riconoscere sempre il merito), perché grazie al vostro lavoro e alla vostra conoscenza posso ancora godere dell’affetto di mia madre.
Dopo i ringraziamenti, viene la denuncia. Mia madre è una di quei pazienti che sta soffrendo da più di un mese a causa dell’infezione del port (tecnicamente port-a-cath) che dovrebbe aiutarla nella somministrazione di terapie, ma che invece la costringe a stare in casa per febbri improvvise che potrebbero causare anche gravi scompensi cardiaci (come abbiamo scoperto solo ora). La mia prima domanda è questa: è possibile che i medici di base non vengano informati di una così grave infezione, anche se riguarda un numero esiguo di pazienti? Molti medici ignorano questa situazione.
Da quando ci hanno avvertito di questa infezione, siamo andati ben due volte in ospedale. In entrambi i casi siamo stati costretti a fare lunghe attese in sala d’aspetto, perché si convocano tutti i pazienti alla stessa ora e, di conseguenza, si crea un enorme caos, mal gestito dal poco personale in servizio. Non solo questi pazienti (e davvero sono tali) hanno dovuto subire l’infezione causata dalla scarsa accortezza di un dipendente ASL, ma devono anche stare male e fare lunghe attese snervanti senza che nessuno dica loro quanto tempo manca e cosa dovranno fare di preciso. Allora mi vengono altre domande: quando costa organizzarsi per scaglionare i pazienti? Farli venire ad orari diversi non faciliterebbe anche il lavoro di smistamento dell’accettazione? Non aggiungo altro per non annoiare.
Qualcuno ci ha proposto di fare una causa per chiedere un risarcimento, anche se non siamo benestanti, ho risposto di no. Non voglio i soldi dell’ASL perché sono anche i miei soldi e perché il danno subito è sopportabile. Piuttosto mi piacerebbe che le mie tasse fossero spese meglio, per una maggiore organizzazione e per dare ai pazienti il rispetto ed il servizio che meritano.
Spero di ricevere una risposta da almeno un dirigente o un medico, ma soprattutto spero di ricevere una risposta nei fatti: attese più brevi; appuntamenti precisi (o almeno decenti); cartelle cliniche in ordine; ecc. Non chiedo tanto, chiedo ciò che mi spetterebbe in un paese civile!
Pubblicato il 18 Aprile 2013 da La Redazione
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