Elezioni ad Angri, le liste vanno presentate entro le ore 12,00 del 2 maggio
Le novità e il rischio, con le preferenze di genere, del controllo generalizzato del voto
Mancano ormai soli pochi giorni all’inizio ufficiale della campagna elettorale.
Fissata al 31 maggio la data delle elezioni (regionali ed amministrative) automaticamente il 2 maggio (29 giorni prima), diventa la data entro cui i vari competitor dovranno depositare, entro le ore 12,00 nelle mani del Segretario Generale del Comune i contrassegni e le liste dei candidati alla carica di Sindaco e di consigliere comunale.
Per quanto riguarda il consiglio comunale di Angri, la prima novità è che sarà formato da 24 consiglieri (e non più 21) e questo per l’aumentato numero dei residenti.
Un’altra novità è la presentazione di liste che prevedono obbligatoriamente il rispetto minimo di una quota di genere (un terzo) per cui, ad esempio, ogni lista dovrà avere almeno 8 candidati di un sesso (maschile o femminile) e, nel caso l’elettore voglia dare due preferenze dovrà scegliere due nomi di genere diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Se questa ultima ’innovazione”, partorita dal legislatore, aveva il nobile intento di favorire il riequilibrio della rappresentanza di genere e garantire la presenza in consiglio soprattutto delle donne, la stessa innovazione rischia però di diventare uno strumento per il controllo generalizzato del voto che, in teoria, dovrebbe essere segreto.
In che modo? Basta dare all’elettore “che si vuole controllare” l’indicazione di votare due nomi: la prima preferenza sarà quella del candidato, la seconda preferenza sarà per un altro candidato della stessa lista ma dello stesso sesso.
Esprimere due preferenze, per due candidati dello stesso genere, non farà annullare la scheda: la prima preferenza sarà valida, la seconda preferenza sarà semplicemente annullata. Ciò consentirà però a chi vuole controllare quell’elettore in quella determinata sezione di sapere, soprattutto attraverso i rappresentanti di lista, se quella scheda è uscita o meno dall’urna. Ciascun candidato ha quindi la possibilità di controllare dai 7 ai 17 elettori, a seconda del genere cui appartiene, e questo per ognuna delle 26 sezioni elettorali del Comune. Se poi il controllo avviene “per gruppo familiare” allora i numeri diventano veramente significativi.
Qual è il rimedio? Non c’è nessun rimedio legale. Tutto si svolge come prescrive la legge, non c’è più bisogno nemmeno di fotografare il voto, come qualcuno ha fatto in passato.
Del resto anche il sistema adottato dai nostri parlamentari alle ultime votazioni per il Presidente della Repubblica, con i voti “segreti” espressi nel modo più strano ( ad esempio Prof. Mattarella, S. Mattarella, Mattarella S. , Sergio Mattarella… etc…) ed annunciati ad alta voce dalla Presidente della Camera Boldrini, ha dimostrato la “banalità” del concetto di segretezza del voto. E se lo possono fare i deputati figuriamoci se non lo potranno fare i politici locali.
L’unica cosa che l’elettore può fare è quello di rifiutare “l’indicazione” che gli viene data dal candidato e, magari, dirglielo in faccia che non lo voterà. Ma, questo, è un altro discorso.
Amedeo Santaniello
Parole Chiave: news, elezioni 2015, parità di genere
Pubblicato il 17 Aprile 2015 da La Redazione
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