“Fermiamo il genocidio, fermiamo le bombe israeliane!”
Le riflessioni di Francesco D’Andretta per gli angresi… distratti
Era l’8 gennaio del 2009 quando Vittorio Arrigoni scriveva da Gaza dell’orrore delle bombe al fosforo e dell’indifferenza del mondo: “Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato.” Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”
A distanza di cinque anni, oggi Luglio 2014, a seguito del fallimento dei colloqui di pace, che Netanyahu ha condotto continuando a costruire colonie ed abbattere case palestinesi a Gerusalemme come in Cisgiordania, e della decisione dei due maggiori partiti palestinesi di formare insieme un unico governo per tutta la Palestina, Israele ha intensificato la pressione militare sia su Gaza che sulla Cisgiordania. Ha reagito all’uccisione di tre giovani coloni israeliani, avvenuta in un’area sotto il proprio esclusivo controllo, scatenando una “punizione collettiva” contro l’intero popolo palestinese.
Ad oggi, sono stati uccisi dall’esercito israeliano 127 palestinesi (Due terzi sono donne e bambini), oltre al ragazzo arso vivo a Gerusalemme.
I movimenti raccolgono l’appello della società civile palestinese per iniziative in tutto il mondo per porre fine all’impunità di Israele per invocare con forza l’intervento dell’Unione Europea e del Governo Italiano affinché finalmente sia imposto il rispetto della legalità internazionale anche allo Stato di Israele.
In una situazione così drammatica il silenzio dell’Unione Europea diventa assordante. L’Italia, all’alba del semestre europeo, deve assumere un ruolo di primo piano nella crisi in corso: c’è bisogno di interrompere immediatamente il “genocidio” per permettere un corridoio umanitario che garantisca l’arrivo a Gaza di cibo, medicinali e sangue per le trasfusioni. Queste le premesse per porre le basi per una riapertura di quel negoziato di pace oggi così drammaticamente interrotto. E solo a partire da queste premesse si potranno riannodare i fili del dialogo tra israeliani e palestinesi, con la consapevolezza che la soluzione non può essere che una: due popoli, due Stati .
Nel frattempo, però, anche l’opinione pubblica nazionale e internazionale deve prendere posizione in maniera chiara ed inequivocabile. Non c’è più tempo. È indispensabile dare un segnale forte, chiaro e capace di ricompattare la società civile attorno ad un comune messaggio di pace!
Restiamo umani
Francesco D'Andretta
Parole Chiave: news, palestina, israele
Pubblicato il 12 Luglio 2014 da La Redazione
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