G8 di Genova, dieci anni dopo
Le riflessioni di Francesco D’Andretta su quei tragici giorni che hanno segnato la storia del nostro Paese
Gli anniversari vengono vissuti in molti modi diversi, con gioia, o nella noiosa routine, altri ci confondono un po’, perché bisogna prendere del tempo per mettere a fuoco la situazione.
Il 2011 è uno di questi anniversari. Un decennale per l’esattezza, quello del nostro 2001, il caldo luglio di Genova, in occasione del G8, in cui idee, racconti, speranze, rabbia e passioni si unirono in un blocco sociale che inondò le strade della città per denunciare i pericoli della globalizzazione neoliberista, ossia la religione di un mercato senza regole che avrebbe portato al mondo più ingiustizie, più sfruttamento, più violenza.
Purtroppo le immagini di quei giorni rievocano alla mente anche la violenza, il sangue, la zona rossa, una completa eclissi della democrazia tutta da chiarire. Dobbiamo ancora parlare di Genova perché occorre andare fino in fondo e far emergere le responsabilità politiche che portarono alla mattanza della scuola Diaz e all'uccisione di Carlo Giuliani . Carlo privo di vita sull'asfalto di una piazza genovese, nel pomeriggio di un 20 luglio, infuocato dal caldo e dalle polemiche. Due spari, uno fatale, Carlo a terra in una maschera di sangue. La morte si è abbattuta sui mille colori del movimento. Ciò che allora era entusiasmo e voglia di creare si trasformò in incredulità, sgomento e rabbia. Giorni impossibili da dimenticare, per chi c’era e per chi non c’era, per chiunque aveva creduto in un “altro mondo possibile” da costruire con la forza della passione e delle idee.
Ma oggi, le ragioni di allora sono ancora più evidenti Il dissenso aumenta in tutto il mondo: dal Nord Africa alla Grecia, dalla Spagna all'Italia. Le caste vengono contestate ormai quotidianamente,anche grazie alla rete e sui social network , dopo aver creato una crisi mondiale mai vista, cercano ancora di approfittarne, attraverso la rapina dei beni comuni, la distruzione dell'ambiente, il saccheggio dei territori e distruggendo i diritti e le garanzie sociali messe a protezione della collettività. E' un progetto distruttivo!
Cosa significa Genova dieci anni dopo?
Genova significa movimento, composizione sociale, soggettività. Ma anche rapporto con la politica, un opinione pubblica attiva, esperienze di partecipazione diretta. Genova, con le sue grandi ricchezze e i suoi limiti, può essere trasformata oggi in una occasione per discutere della nuova fase politica italiana e globale.
Per non consegnare al passato un’esperienza che ha cambiato più generazioni e segnato la storia di questo paese. Una frase che oggi risuona nelle manifestazioni, nelle assemblee che ricordano i giorni del G8 di Genova è: “LORO LA CRISI. NOI LA SPERANZA.“... e così sia!
Francesco D'Andretta
Parole Chiave: news, g8, anniversario
Pubblicato il 20 Luglio 2011 da La Redazione
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