Senso e Materia, Maria la Mura espone al Borgo Castello di Calitri
La mostra dell’artista angrese sarà inaugurata sabato 30 luglio e sarà visitabile fino al 15 agosto
Nuova personale di Maria La Mura. Le opere della pittrice angrese saranno esposte nello splendido scenario del Borgo Castello di Calitri, in provincia di Avellino dal 30 luglio, giorno dell’inaugurazione, al 15 agosto 2011 (orario 10,00-12,30 e 17,00-21,00).
Ma chi è, dal punto di vista artistico, Maria la Mura? Ce lo spiega Antonella Bocola.
Le radici storiche dell’arte di Maria La Mura affondano nell’humus culturale delle correnti informali post-belliche; il segno dell’artista, inteso come impulso istintivo lasciato sulla superficie pittorica, il gesto dell’artista, avente valenza creativa fine a sé stessa, le indagini sui materiali, miranti alla scoperta di nuove materie, provenienti da usi comuni ed elevate a materiale artistico dalla scelta dell’artista, sono i capisaldi di una poetica di grande portata culturale che non ha mai smesso, nonostante il tempo trascorso, di attirare la creatività di molti artisti. Si spiegano così quelle molteplicità di linguaggi che hanno visto l’uso di sacchi, stracci, feltro, gommapiuma, cemento, legno, acciaio e chi più ne ha più ne metta, per dar voce alle singole individualità artistiche contemporanee.
Le recenti sperimentazioni di Maria La Mura evidenziano nel loro insieme una decisa svolta in chiave plastico-progettuale, dove si denota l’abbandono quasi totale dell’intenso e talvolta ridondante cromatismo degli anni di formazione, a favore di una essenzialità d’espressione che si realizza nella scelta del monocromo.
La sua creatività, decisamente più plastica che pittorica, ha bisogno di esprimersi plasmando la materia delle sue opere, che l’artista tratta con strumenti e modalità del tutto nuove ed originali.
Come è evidente osservando i suoi ultimi lavori, Maria La Mura non usa né tele, né colori, e neanche marmo o pietra, ma si serve di un materiale affatto estraneo al mondo artistico: il polistirene.
Il polistirene è un materiale contemporaneo, che appartiene al nostro tempo ed è il risultato di una sintesi chimica complessa e articolata. E’ ampiamente utilizzato nel campo dell’edilizia per le sue proprietà isolanti sia termiche che acustiche. Per intenderci, si tratta di quei pannelli che sono di solito utilizzati nelle intercapedini dei muri ai fini di isolare e proteggere le nostre case dai rumori eccessivi e dagli sbalzi di temperatura. Dunque un materiale che isola e protegge e che nasce per essere poi nascosto, svolgendo la sua funzione nel buio e nel silenzio delle intercapedini.
Le intercapedini, uno spazio di confine, né dentro né fuori il nostro ambiente quotidiano, uno spazio “oltre” che spesso non sappiamo neppure che esista, anche se è reale e presente.
Maria La Mura sembra voler recuperare con le sue opere proprio questo spazio nascosto, dove il pannello di polistirene è come un filtro, una sorta di membrana che separa due mondi: il mondo reale da una parte e una dimensione “diversa”, sconosciuta e misteriosa dall’altra. Su questa membrana l’artista proietta la sua interiorità creativa, che si manifesta con quei solchi, vibranti di luce che ci avvicinano a una dimensione “sospesa”: onirica o surreale, metafisica o inconscia, della quale si colgono solo flebili segnali : tracce di storie, frammenti di racconti, pezzi di liriche, o note di brani mai suonati. Musica, racconto, poesia, tutto ciò si può intravedere nei solchi di Maria La Mura, ma nulla è svelato completamente.
L’artista ci mostra il lato recondito e nascosto del polistirene, lo porta fuori, alla luce reale e lo plasma a caldo, con strumenti che ha ideato e costruito personalmente, per scavare, graffiare, solcare, tracciare, “arare”, con segni ondulati quella materia, inizialmente ostile, che a poco a poco si lascia modellare.
La Mura definisce i suoi ultimi lavori, “Pittosculture”, proprio a voler evidenziare questo senso di plasticità e tattilità prevalente ed anzi determinante nelle sue recenti opere. L’effetto che ne deriva, osservando questi pannelli, è di grande eleganza compositiva, di essenziale pulizia formale, di sensibile ritmo lineare: sembra quasi di trovarsi di fronte a sconosciute partiture musicali, dove ad ogni segno ne corrisponde un altro, uguale o contrario, che lo completa, lo integra o lo ridefinisce.
Certamente protagonista comprimaria di questo elegante lavoro di ricerca nella materia è la Luce, che pone in risalto le superfici scavate, accentuando i giochi chiaroscurali e restituendo immagini inedite e sorprendenti. L’artista plasma la materia ma lascia che la Luce completi, con la sua sola presenza, il suo lavoro. La Luce ha, nel lavoro di Maria La Mura, anche una valenza di spiritualità, è una Luce che lei stessa definisce salvifica. Forse è anche per dare massima libertà all’intervento della Luce che prevale la scelta del monocromo originale del pannello di polistirene, così come è prodotto dall’industria.
Maria La Mura ha trovato, in questo particolare filone di indagine, il terreno più fertile ad esprimere la propria creatività d’artista, con originalità e scelte tecniche attuali e suggestive, sicuramente foriere di ulteriori e significativi sviluppi.
Luglio 2011
Antonella Bocola
nella foto: "Soffio" (particolare) Opera in polistirene 120x60
Parole Chiave: news, maria la mura, senso e materia, borgo castello, calitri
Pubblicato il 24 Luglio 2011 da La Redazione
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