Un’Altra Angri: “Aumenti dal 20 al 40 per cento dalla tassa Rifiuti”
A quantificarlo l’Associazione politica angrese che ha analizzato l’impatto delle nuove tariffe sulle famiglie angresi
Perché invitammo a ragionare la scelta del metodo normalizzato per la determinazione della TARI.
Il Metodo Normalizzato è stato concepito dal legislatore nel lontano 1997 (D. Lgs. 22/1997) per applicare il seguente principio: “si paga per quanto si butta”. Nel tempo i Comuni avrebbero dovuto introdurre metodi di raccolta che potessero garantire una misurazione degli effettivi rifiuti prodotti da ciascun utente in modo da commisurare il costo all’utilizzo del servizio.
Nel frattempo sono passati quasi vent’anni. Troppe cose sono cambiate da allora. Il comune di Angri, frattanto, procede con superficialità e le conseguenze le stanno vivendo oggi, con il recapito delle bollette, i cittadini di Angri.
Il tributo si compone di una quota fissa, che dovrebbe coprire le spese generali del servizio, e di una quota variabile, che è proporzionata alla spazzatura prodotta. Viene calcolato sulla base di coefficienti differenti a seconda che a pagare sia una utenza domestica (alle quali si applicherà un coefficiente “fisso” ed uno “variabile”) o una utenza non domestica (alle quali si applicherà un diverso coefficiente “fisso” e un diverso coefficiente “variabile”).
Volendo tralasciare tutte le discussioni e le critiche che si possono (e a ragione) muovere, bisogna sempre ricordare che questi coefficienti, e dunque le relative tariffe si basano sulla produzione teorica di spazzatura: dunque gli elementi che entrano in gioco nel calcolo della tassa diventano la superficie della utenza e la tariffa.
Si viene a creare così una sproporzione tra dimensione degli alloggi e tributo dovuto: l’applicazione del Metodo Normalizzato per le utenze domestiche comporta un meccanismo iniquo nella formazione della tariffa. Se la componente tariffa fissa cresce all’aumentare del numero degli occupanti l’alloggio ed è proporzionata alle dimensioni dell’alloggio stesso, la componente variabile invece viene applicata una tantum per ogni singola utenza, con il risultato di creare forti sproporzioni tra alloggi di piccole dimensioni e grandi alloggi.
Ad esempio, per un’abitazione occupata da una sola persona, l’importo “fisso” (associato alla tariffa variabile) corrisponde ad una cifra X. Questa cifra non cambia, resta la stessa sia nel caso di un monolocale da 30 metri quadrati, sia che si tratti di una villa da 300 metri quadrati di superficie, dove si ipotizza invece che la potenzialità produttiva sia più elevata a parità di occupanti.
Alle incertezze di natura applicativa, dovute anche alle lacune legislative, si aggiungono le incertezze dell’amministrazione comunale di Angri. Ci sarebbe tantissimo da dire circa le modalità con cui si è applicato il suddetto metodo, ma ci soffermiamo solo sulle questioni macroscopiche.
Il piano finanziario su cui si basa la determinazione delle tariffe, non è corroborato da alcuna relazione tecnica in base alla quale si stabiliscono i criteri di stima della produzione di rifiuti delle famiglie e di produzione di rifiuti delle aziende.
Come a dire, l’amministrazione ha operato una stima di un dato stimato. Già il concetto di stima include quello di errore, si immagini cosa può succedere se una giunta, in maniera del tutto arbitraria, stabilisce, senza alcun calcolo a supporto, che dei 14.887.375,00 kg di rifiuti che si producono ogni anno ad Angri, il 63% viene prodotto dalle famiglie e il restante 37% dalle altre utenze.
Non vi è alcun raccordo tra la gestione contabile dell’azienda e la gestione della tassa, con tutta la consequenziale inesattezza nell’imputazione dei costi.
E’ davvero incomprensibile la scelta a discapito delle famiglie numerose! Una famiglia monoreddito con 5 componenti paga oltre € 500,00 di Tassa rifiuti, è da folli agire in questo modo!
Qual è stato il premio ai cittadini, che hanno permesso di raggiungere quasi il 50% di raccolta differenziata?
Tutta questa approssimazione (ma sarebbe meglio insistere con la superficialità) ha scatenato una serie di errori di valutazione che, oggi, vengono pagati dalle famiglie, soprattutto quelle numerose, il cui onere è aumentato in un anno mediamente del 20-40% a seconda dei casi.
Già proprio così: proprio come aveva promesso in campagna elettorale la disparata compagine che oggi puntella l’amministrazione del sindaco Ferraioli.
Un’Altra Angri, protagonisti del bene comune
Parole Chiave: news, politica, alfonso scoppa, tari, un'altra angri
Pubblicato il 31 Maggio 2016 da La Redazione
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