Acqua pubblica, l’ing. Marati risponde all’avv. Buonaventura

Continua l’interessante “confronto a distanza” tra l’A.D. di Gori Spa e la città di Angri

Pubblichiamo il nuovo intervento dell’ing. Giovanni Marati, ad di Gori Spa, in replica a quello dell’avv. Buonaventura. Colgo l’occasione per ringraziarli entrambi per la qualità del dibattito e delle informazioni fornite, come pure ringrazio il M5Stelle di Angri, il consigliere Mimmo D’Auria e tutti i cittadini che vi stanno partecipando. (A.S.)

 

Giovanni Marati, ad Gori SpaEgregio Avvocato Buonaventura,

La ringrazio per i suoi toni garbati e certamente tesi all'esame dei problemi ed alla loro soluzione, che naturalmente anche io auspico.

Non posso però condividere alcuni (oramai antichi e più volte smentiti) luoghi comuni del Suo intervento, sui quali La prego vivamente di riflettere: definire la Società come un "carrozzone politico-clientelare" è ingeneroso non tanto per me e per i vertici aziendali, quanto invece per i dipendenti della Società che quotidianamente si impegnano, tra mille difficoltà, a garantire, con poche risorse finanziarie, la regolarità e la continuità del servizio.

Non dico che GORI sia stata "immune" dagli effetti negativi della politica locale, ma qui dovremmo elevare il nostro discorso a temi più ampi, di carattere storico-culturale tipici del Mezzogiorno (e lo dice uno, come me, che proviene da una delle regioni - la Puglia - del Mezzogiorno d'Italia). Tema quindi che non riguarda (solo) la GORI, ma tutte le aziende che operano sui nostri territori. In questo contesto (e, parafrasandola, si accettano smentite) GORI si distingue rispetto ad altre aziende pubbliche o semipubbliche del nostro territorio per l'applicazione di logiche industriali che prevalgano rispetto alle pressioni di carattere politico. Un esempio? Mi sa indicare quante aziende in Campania abbiano adottato provvedimenti disciplinari di licenziamento per comportamenti non corretti dei propri dipendenti? GORI lo fa.

GORI investe molto, e senza spendere!, utilizzando progetti pubblici e fondi contributivi obbligatori, sulla formazione del personale.

Anche sui numeri da Lei enunciati non ci siamo: GORI ha incorporato ben 5 aziende del territorio e ben 76 precedenti gestioni comunali, rilevando circa 350 dipendenti che già operavano nelle aziende di provenienza. Quindi le nuove assunzioni non sono state 1000, come lei erroneamente afferma, ma meno di 400. C'è da dire, inoltre, che la legge consentiva - e non obbligava né ancora obbliga, purtroppo - al personale presente presso i comuni di optare se passare con GORI o rimanere dipendenti pubblici comunali: questo è stato, a mio avviso, uno dei principali problemi degli anni di avvio del servizio, laddove le amministrazioni locali avrebbero dovuto fare di tutto per trasferire alla GORI il personale addetto al servizio idrico.

Oggi GORI ha un organico di 670 addetti, pienamente rientrante negli standard di settore e nelle previsioni del Piano d'Ambito.

Condivido, invece, anche se parzialmente, la Sua analisi circa la difficile convivenza creatasi, e parlo soprattutto del passato, tra il ruolo di socio pubblico e quello di regolatore dei Comuni (attraverso il consorzio obbligatorio Ente d'Ambito) che ha condizionato per anni la vita del soggetto gestore. Tuttavia, vorrei però che Lei analizzasse anche l'altro lato della medaglia: è vero che sul resto del territorio della Regione Campania non sono sorte esperienze simili a quella della GORI, ma vuole veramente mettere a confronto i risultati raggiunti sul nostro territorio rispetto a quelli delle attuali gestioni comunali? GORI è l'unica realtà campana in tema di gestione del servizio idrico integrato, dove sono stati fatti passi da gigante sul telecontrollo degli impianti, sulla loro messa in sicurezza, sulla protezione dell'ambiente dagli scarichi dei reflui (depuratori all'avanguardia a Capri e in Penisola, eliminazione di scarichi a mare sul litorale da Portici a Torre Annunziata, ecc..), sulla normalizzazione (faticosissima ed ancora non conclusa!) delle anagrafiche trasferiteci dai comuni e del rapporto di causalità tra servizio e pagamento dello stesso (poco chiaro in molti comuni, dove il servizio veniva erogato drenando risorse dalla fiscalità generale e facendo pagare solo ad una parte di sfortunati cittadini, gli stessi che oggi pagano regolarmente anche a GORI in quanto lo considerano "normale"). Sulla garanzia della qualità dell'acqua distribuita, sottoposta a numerosissime analisi presso un laboratorio interno realizzato da GORI, uno dei primi del centro sud (La invito a visitarlo). E potrei continuare.

Quanto ci metteranno gli altri comuni campani per raggiungere questo livello industriale del servizio?

Meglio quindi concentrasi per migliorare lo strumento operativo di cui i comuni del nostro ATO 3 dispongono, piuttosto che demolire ciò che di buono è stato costruito per andare verso imprecisate forme di gestione. E su questo torno a concordare con Lei e con le sue parole, occorre "sedersi e discutere", come stiamo facendo in questi giorni, "senza arroganza" ed, aggiungo, senza essere convinti che la ragione sia tutta da una parte, "al fine di migliorare il servizio e creare un clima di fiducia e collaborazione con i cittadini".

Non voglio sottrarmi ad una serie di temi da lei sollevati, sui quali do sin d'ora la mia disponibilità ad approfondimenti e dettagli:

. Rete idrica di Angri. Su questo, caro Avvocato, debbo proprio smentirla: come risulta, peraltro, dal Piano d'Ambito dell'ATO 3 (e, cioè, dallo strumento pubblico di pianificazione del territorio redatto già prima della venuta della GORI) la rete idrica del Suo comune è tra quelle peggiori trasferite alla GORI: a partire dai dati comunali del 2002, a fronte di 9,2 milioni di mc acquistati il comune di Angri fatturava 2,3 milioni di mc, con una perdita record a livello d'ambito pari al 75%. Non tutte sono perdite fisiche, molte sono perdite amministrative (leggi: acqua prelevata abusivamente o non misurata per assenza dei sistemi di misura!!!). 

La situazione di Angri che la GORI ha ereditato, mi creda, è stata veramente ed oggettivamente difficile; situazione che ancora oggi porta dietro con sé i suoi strascichi. 

. Fatturazione dei consumi: la GORI ha avviato la gestione il 01.06.2004 e, secondo le previsioni dell'Ente d'Ambito, ha applicato nella prima fatturazione emessa in data 30/06/2005, le stesse tariffe e metodologie precedentemente applicate dal Comune di Angri (delibera del Consiglio Comunale n. 14 del 29/02/2000, successivamente confermate con delibera di Giunta comunale 11 marzo 2002, n. 52). Vista l'inesistenza dei dati storici di consumo degli utenti in ragione della mancanza dei contatori e/o della relativa mancata lettura dei consumi da parte del comune, si riproponeva la fatturazione dei soli minimi contrattuali assunti dagli utenti con il Comune, variabili in base alla tipologia della fornitura.

A seguito del parere negativo della CCIAA su dette delibere comunali, la Giunta Comunale di Angri fu costretta a rivedere con delibera n. 46 del 9 Marzo 2005 le tariffe del servizio acquedotto a partire dall'anno 2000 .

A seguito delle prime contestazioni relative, ripeto, alle modalità di fatturazione comunali, si convenne di considerare le fatture del 2004 come acconti salvo conguaglio, da effetuarsi mediante la ricostruzione dei consumi a seguito della rilevazione delle letture dei contatori se esistenti o, a seguito della loro installazione, attraverso almeno due letture rilevate dal nuovo misuratore in un arco temporale di almeno 6 mesi.

Con la Determinazione 23 agosto 2006, n. 68, l'Ente d'Ambito Sarnese Vesuviano, tenuto conto della sopravvenuta delibera di Giunta del Comune di Angri 9 marzo 2005 n. 46, ha provveduto alla rettifica del regime tariffario dell'anno 2004 del Comune di Angri.

Risolta la querelle delle tariffe (nata da problemi comunali ai quali GORI è del tutto ESTRANEA), si e' provveduto all'emissione delle fatture con le rettifiche conseguenti (in acconto per coloro che non avevano ancora consentito l'installazione dei misuratori ed a conguaglio per coloro che avevano il misuratore e per i quali erano state rilevate le letture). 

GORI effettua la lettura tramite fotografia dei contatori, laddove ci è consentito l'accesso agli stessi. Purtroppo non sempre ciò è stato ed è possibile, in quanto, spesso i misuratori sono posti all'interno delle abitazioni dove viene spesso impedito ai nostri incaricati di effettuare le normali attività (lettura, sostituzione o installazione dei contatori, ecc..). Da qui nasce la necessità (prevista, in ogni caso, dal Regolamento di utenza del servizio) di procedere a stime dei consumi da considerare solo acconti e da conguagliare non appena ci viene consentito di effettuare le attività sui contatori. Non esiste alcuna possibilità che GORI applichi "ripartizioni a forfait", come da Lei affermato e, in questo caso, non solo smentisco ma la invito a portare casi specifici di quanto da Lei affermato, anche al fine di evidenziare eventuali, per quanto improbabili, errori commessi.

. Circa i contenziosi è bene chiarire a Lei ed ai lettori quali siano state le tesi contrapposte: si contestava a GORI il mancato diritto a fatturare il servizio (forniture idriche) in mancanza di contratti stipulati con gli utenti. Tuttavia si continuava ad usufruire di tale servizio. Le sembra che questa contrapposizione sia nata spontaneamente tra i cittadini angresi in quanto mancanti di un atto scritto (il contratto) ma pur fruitori del servizio, oppure che una interpretazione "leguleia" del diritto abbia utilizzato i poveri cittadini come strumenti per un contenzioso seriale? I casi sono migliaia. Ci sono contenziosi per fatture di pochi euro che si sono trasformati in condanne di centinaia di euro di spese legali. E' vero, ci sono stati centinaia di giudizi perduti da GORI innanzi ai giudici di pace. Ma, vivaddio, in Italia esiste una (seppur lenta) giustizia che prevede più gradi di giudizio; ed infatti, le sentenze di primo grado dei Giudici di Pace sono sistematicamente riformate dai Giudici togati e, soprattutto, tali giudici togati provvedono sempre a compensare le spese di primo e secondo grado di giudizio: si sta, quindi, avviando una nuova fase in cui la Società provvederà a recuperare le spese legali "anticipate". In ogni caso, proprio non si capisce come i giudici di pace persistano nelle loro posizioni sconfessate dalla giurisprudenza.

. Interventi di GORI su Angri: nonostante gli scarsi incassi ottenuti da GORI in questi 10 anni di gestione, sono stati effettuati importanti investimenti sul territorio per un importo complessivo di circa 5,5 milioni di euro. Inoltre sono stati installati circa 8.300 contatori su 11.746 utenze attive (circa 3.100 ne erano completamente sprovvisti!). Mi paiono numeri più che soddisfacenti rispetto alla situazione pre-GORI. Certo non ancora sufficienti per un radicale risanamento della rete idrica cittadina.

. Gli interventi sulle fognature di Ercolano: sono opere che doveva realizzare il Commissariato straordinario di Governo Tutele Acque. Oggi la Regione Campania, nella logica di una progressiva eliminazione degli scarichi dei reflui a mare, ha proposto ed ottenuto dal CIPE il rifinanziamento dell'opera ed ha chiesto a GORI di riprogettare e realizzare l'intervento, sulla base delle conoscenze tecnico-gestionali accumulate negli anni, che hanno consentito di risparmiare oltre il 50% rispetto ai costi originari dell'intervento, rendendo possibile destinare il finanziamento ottenuto alla definitiva risoluzione delle problematiche fognarie del comune di Ercolano.

Ma non voglio risolvere in poche battute una serie di temi, da Lei giustamente sollevati, che richiedono chiarezza, trasparenza e dettagli. Nei prossimi giorni verranno pubblicati sul nostro sito istituzionale, www.goriacqua.com, documenti utili per approfondire tutte le questioni.

E' anche vero che la percentuale dei cittadini che non paga è superiore a quelli che fanno causa. Ma, si sa, il tema del pagamento della fornitura idrica è soggetto all'influenza di movimenti di opinione e, quindi, la presenza di un gran numero di contenziosi e di tesi legali assai ardite condiziona fortemente anche chi non si presta a lunghe, costose, vicende giudiziarie che, prima o poi, finiscono con verdetti di valenza sempre maggiore e che comportano gravi accumuli di debito che poi le famiglie, anche quelle meno bisognose, non riescono a sopportare.

Mi auguro che le mie risposte possano essere un inizio di quel nuovo clima che Lei invoca e, nel salutarLa cordialmente, Le offro la mia completa disponibilità ad un serio esame delle criticità ed all'individuazione di un percorso di graduale normalizzazione, peraltro già avviato con numerosi cittadini e studi legali dell'Agro.

Giovanni Marati (GORI S.p.A.)

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Pubblicato il 04 Novembre 2013 da La Redazione


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