Aldo Severino: “Angri è così”
Riflessioni su 40 anni di eventi organizzati ad Angri
Molti di voi non lo ricorderanno, ma ad Angri è già capitato di vivere momenti come quelli vissuti durante la cinque giorni della Festa della Birra. In passato sono state organizzate manifestazioni che hanno attirato nella nostra cittadina migliaia e migliaia di visitatori; ed ognuna di esse è stata accompagnata da polemiche o altro che hanno di fatto decretato la fine di tutto ciò che di buono era stato generato.
Se facciamo un salto indietro nel tempo ci ricordiamo tutti della “Sagra del Pomodoro”; erano gli anni 70 esattamente il 1974, quell’evento fu capace di attirare una moltitudine di persone provenienti da ogni luogo che pur di accaparrarsi un piatto di spaghetti con il pomodoro, si riversavano nella nostra cittadina a frotte. Fu talmente bella e ben organizzata che morì dopo poco tempo. Non ci fu più un seguito. Ancora oggi qualcuno si chiede come mai non si fa più la Sagra del Pomodoro. Stessa sorte per un'altra festa importante: la “Festa Città di Angri”, grazie alla quale furono ospiti della nostra cittadina, grossi ed affermati calibri del mondo dello spettacolo nazionale dell’epoca. Nomi altisonanti che calcarono il palcoscenico allestito per l’occasione nell’ultimo tratto del prolungamento di Corso Italia; vennero ad Angri, tra gli altri, Claudio Villa, Mino Reitano, Gepy and Gepy, il Giardino dei Semplici, ebbene gli organizzatori si dovettero arrendere: la festa non ebbe più un seguito. Si raccontò che dietro l’organizzazione ci fosse un noto boss della malavita locale e da allora nessun comitato, nessuna associazione e nessuna amministrazione è riuscito nell’intento di riportare agli antichi fasti una manifestazione così importante e seguita.
Più o meno nello stresso periodo ci fù “donato” un altro evento che sarebbe divenuto ancor di più e molto velocemente una meteora “IL POMO D’ ORO”, una sorta di riconoscimento a personaggi importanti e conosciuti della musica, del cinema, dell’arte; stesso copione per qualche anno si vide ad Angri una miriade di gente che accorreva a guardare da vicino i vari Luciano de Crescenzo, Rosalia Maggio, etc…ma poi tutto finì. E nulla si seppe più. Per il “Palio Storico” sono state scritte intere pagine sul fatto che Angri non avesse una tradizione medioevale, eppure caparbiamente e testardamente si è portato avanti un progetto che stava per far diventare, a detta degli organizzatori, la nostra terra come il centro del mondo medioevale; testate giornalistiche da tutto il mondo sarebbero dovute venire a filmare ciò che accadeva nel nostro paese nei giorni del Palio. Si allestirono pedane, percorsi, tribune, giostre e tanti figuranti furono coinvolti a rappresentare le gesta e le esibizioni di sapore feudale. Ma poi nulla più, perché Angri è così.
Un capitolo a parte è per la “Festa della Birra” o “Okdoriafest” che dir si voglia; questa festa ha visto una folla oceanica di persone invadere le nostre strade, i nostri luoghi, il Castello, la Villa Comunale. Il centro cittadino, ma anche le zone immediatamente vicine al centro, sono diventate comuni e familiari a tutti, facendo diventare Angri veramente la capitale della regione Campania. E’ per questo che se adesso vai a Napoli o a Salerno, nel Cilento o in un posto della provincia di Caserta o di Benevento e ti chiedono di dove sei, e rispondi che sei di Angri, ti verrà detto : ah dove fanno la festa della birra! E allora non mettiamoci più nulla in questa organizzazione, teniamo tutti fuori, lasciamo intatto questo meccanismo perfetto che troverà, tutti ce lo auguriamo, ancora altre edizioni per la definitiva consacrazione. Lasciamo stare fuori la politica, lasciamo stare fuori le polemiche, i fischi, la tentazione che ognuno di noi ha nella propria mente, di fare i conti in tasca agli organizzatori, dimenticando che dietro ad ogni guadagno si nasconde di certo una grande forza di volontà, ma soprattutto uno sforzo fisico, mentale e un carico di responsabilità inimmaginabile. Togliamo le mani dalla festa della birra, facciamo che l'anno prossimo Angri respiri ancora di più l’ euforia, magari interessando più zone, allargando gli orizzonti. Facciamo che le generazioni che stanno crescendo riescano a raccogliere i segnali di questo evento; quello di avere un paese finalmente vivo, con un evento coinvolgente che si ripeta anno dopo anno, quello che tutti noi, non siamo stati capaci di fare. Per dire finalmente che Angri non è così.
Aldo Severino
Foto archivio almanacco Angri ed.150.
Paolo Novi fotografo.
Parole Chiave: news, eventi, riflessioni
Pubblicato il 11 Settembre 2014 da La Redazione
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