Angri, sui fotografi in Chiesa continua la polemica
Paolo Novi, vicepresidente dell’AFPA: “è vero, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Pronta la replica di Antonietta Abete, v.direttore del mensile "Insieme".
Riceviamo e pubblichiamo
Egregia sig.ra Antonietta Abete,
mi dispiace dirle che le basi elementari per chi vuol fare del sano giornalismo, prima di pronunciarsi, sono sempre state quelle di ascoltare le ragioni di ogni parte e verificare con accuratezza e obiettività i fatti accaduti. Ma mi rendo conto che essendo lei la vice direttrice del giornale "Insieme" è comprensibile che cerca di difendere in ogni modo il suo “pane quotidiano”. E io sto qui per difendere il mio.
Mi accusa di aver detto solo falsità e calunnie, quindi dicendo ciò vuol negare che domenica scorsa don Silvio ha cacciato fuori dalla "Sua Chiesa" i fotografi professionisti di Angri davanti ad una platea di fedeli. Sta dicendo che la persona di cui si sta parlando è una fotografa professionista che lavora gratuitamente. Sta dicendo che le foto vengono consegnate gratuitamente e che in cambio di esse non vengono chiesti denari, al di là delle tariffe o come si vogliono chiamare “offerte libere e spontanee”.
A noi dell'AFPA non risulta questo, a noi risulta che la persona in questione fa tutt'altro lavoro e che per questo impegno prende regolarmente dei soldi senza rilasciare nessuna ricevuta o altro documento fiscale. Sta negando che proprio qualche mese fa abbiamo avuto un incontro alla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno con don Pier Catello Liccardi che ha presieduto l'incontro. Il religioso, con una disponibilità squisita, ci ha garantito che il problema sarebbe stato risolto a breve. Nel mentre, per tutelare me e tutta l’Associazione, ho studiato le Norme Pastorali redatte dalla Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno, se le legga bene e mi faccia sapere dove è scritto quello che lei afferma o se io ho detto delle falsità.
Si è vero, ho chiesto proprio io un incontro con don Silvio il 2 maggio per mediare e far comprendere le ragioni dei fotografi professionisti, e cara vice direttrice Sig.na Antonietta Abete, la sua frase è proprio "azzeccata" non c'e peggior sordo di chi non vuol sentire, ma il tutto è riferito a Don Silvio che non ha voluto proprio ammettere ragioni, non c’è stato nulla da fare, le motivazioni dell’organizzazione sono nel suo modus operandi, quindi niente condivisioni o accoglienze di ragioni diverse. Mi ha detto che nella "SUA CHIESA" ha deciso di fare un percorso pastorale di non lucro, un pò contraddittorio visto che alla mia domanda: "Allora le foto-ricordo le consegnate gratuitamente e senza nessun compenso?" Mi è stato risposto: " EH no…tutto ciò non è possibile!" Dopo questo suo comportamento è stato doveroso da parte nostra rendere pubblica la vicenda per come siamo stati trattati. Quindi assolutamente non credo di aver detto nessuna falsità o di aver calunniato nessuno, ma semplicemente di aver ben esposto i fatti di quella domenica mattina.
Gentilissima sig.ra Abete le porto un esempio che può far capire al meglio le nostre ragioni:
é come se io mi mettessi a fare il dentista, operando sulla gente , però tutti i soldi che prendo le do in beneficenza. Tutto ciò, secondo lei, non va a discapito di chi lavora onestamente, paga le tasse e da sostegno alle proprie famiglie e a tutta la comunità?
A questo punto suggerisco a don Silvio di fare nella Sua Chiesa anche il fioraio e perché no, pure i servizi funebri, così con le offerte libere e spontanee, come voi le chiamate, potete svolgere tutte le missioni umanitarie che si vogliono.
Un'ultima precisazione: è dagli anni ‘40, da quando mio padre iniziò la professione di fotografo, che lavoriamo con fatica e sacrifici quotidianamente, con rispetto, educazione e professionalità e in tutti questi anni non siamo mai stati trattati ed umiliati in tal modo, volendo ricordare a tutti che la nostra e' una professione con la quale diamo pane ai nostri figli e sosteniamo l’economia del paese.
Detto ciò, voglio precisare che né io, né i miei colleghi, interverremo più su questa storia, che mi creda, a mio giudizio, ha solo uno sconfitto , Don Silvio. Lui avrebbe potuto raccogliere le nostre dimostranze in maniera diversa, senza cacciarci fuori dalla chiesa. Si sarebbe potuto trovare un accordo. Ma noi confidiamo che il Vescovo questa volta accolga la nostra richiesta d'incontro e concludo dicendole che sono proprio d'accordo con lei, cara sig.ra vice direttrice, che in natura, a parte la stupidità, che è congenita, nulla si inventa da un giorno all’altro.
AFPA
V.P. Paolo Novi
Pubblichiamo qui di seguito la replica del v.direttore del Mensile Insieme
Gentile Paolo,
forse le riuscirà difficile capirlo, ma io non ho padroni, sono solo al servizio della verità. Sono pronta ad incontrarla per ascoltare le sue ragioni quando vuole. Così, in quell'occasione potrà spiegarmi come mai i fotografi angresi che non fanno parte dell'AFPA sono sempre stati esclusi dall'assegnazione dei turni delle Prime comunioni. Anche loro hanno famiglie e figli da sfamare. Più che un'associazione, l'AFPA sembra avere i tratti di un cartello.
Potrà anche spiegarmi in base a quale indicatore sono state calcolate le tariffe che avete stabilito insieme e che reputate eque. Potrà mostrarmi le fatture che lei e i suoi colleghi emettete per ogni battesimo, prima comunione, confermazione e matrimonio. Visto che siete così attenti al tema dell'evasione fiscale, sono certa che avete una contabilità puntuale e regolare. E immagino che anche la sua associazione sia regolarmente registrata al Tribunale.
Ma c'è una cosa che vorrei lei mi spiegasse prima di ogni altra, e che in questi giorni non è emersa da nessuna fonte. Lei dice di essere stato cacciato fuori dalla parrocchia santa Maria del Carmine. Come mai non parla della violenza, e non solo verbale, che lei e i suoi colleghi avete usato domenica mattina in quella che definite la casa di tutti? E su questo punto, che dovrebbe solo farvi arrossire, le assicuro che ho sentito molte fonti.
Quando incontrerà il Vescovo Giudice gli racconti dell'ampia gamma di parolacce ed improperi che avete usato, sotto gli occhi di tanti operatori pastorali.
Davvero una bella testimonianza di educazione e professionalità. Vede, nella vita ognuno può avere idee e convinzioni, lottare e difenderle anche quando non sono condivise dagli altri. Ma se per farlo si usa la violenza, la battaglia è persa in partenza.
Dimenticavo: i fotografi che finora hanno accettato di partecipare al progetto di solidarietà che ha l’obiettivo di costruire una casa per studentesse in Burkina Faso sono tre. Anche loro hanno famiglie e figli, ma credono nel valore della solidarietà e sono disposti a mettere un po’ del loro tempo a disposizione per la costruzione del bene comune.
Antonietta Abete
Parole Chiave: chiesa santa maria del carmine, don silvio longobardi, paolo novi, fotografi, news
Pubblicato il 14 Maggio 2014 da La Redazione
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