Con Vergazzola se n’è andato un altro pezzo di storia del calcio angrese
Fu il tecnico che riportò i grigiorossi in serie D dopo la radiazione.
Il grigiorosso si è listato a lutto, un altro pezzo della sua storia se ne è andato, stavolta in silenzio come era nel suo stile di vita, Tano Vergazzola, il tecnico che per primo riportò il cavallino grigiorosso in serie D dopo la radiazione di Banco Roma. Una dipartita, purtroppo, passata sotto silenzio così come successe per il fratello Sergio, senza che Angri calcistica lasciasse un segno tangibile per onorare le gesta di un uomo che del calcio conosceva tutti i segreti.
Uomo schivo dai clamori di piazza, Gaetano era taciturno al contrario del fratello Sergio ciarliero e comunicativo. Il calcio e le tattiche di gioco per lui non avevano segreti tanto che molte volte il suo nome fu legato a promozioni anche impossibili. Per i cronisti era una vera bestia nera, freddo e stringato nelle interviste, loquace e attento in campo; era l’antidivo ma sapeva fare il suo lavoro quasi alla perfezione. Angri cominciò ad ammirarlo da calciatore in serie D, quando con la maglia di terzino si faceva rispettare nella propria area di rigore. Nato a Fezzano in provincia de La Spezia settantasei anni fa, sbarcò in Campania, alla Salernitana, nel 1961 dopo aver debuttato a 22 anni nella massima serie con la Sampdoria allora allenata da Monzeglio. In granata restò per tre stagioni per passare al Livorno e fermarsi a fine carriera nella U.S.Angri che allora militava in quarta serie ed era allenata dal fratello Sergio. Appesi gli scarpini al fatidico chiodo cominciò a lavorare come ragioniere presso una industria di Nocera Inferiore, tralasciando solo per qualche tempo il mondo del pallone. Il calcio però è una malattia da cui non ci si può guarire facilmente pertanto Tano ritornò in campo per una nuova e forse entusiasmante avventura, quella di allenatore. Lo si rivide, infatti, a guidare i ragazzi della Juve Agerolina in promozione raccogliendo con il suo gioco consensi e favori.
Subito si impose alle attenzioni delle maggiori squadre tra cui l’A.C. Angri che allora combatteva per ritornare nel calcio che conta dopo la radiazione. Grazie ai buoni uffici di un dirigente grigiorosso, Antonio De Vivo, Tano firmò per l’Angri per diventare presto uno dei protagonisti di nuove belle pagine della storia grigiorossa, conquistando con il suo modo garbato e serio la fiducia di tutti gli addetti ai lavori. Era molto considerato negli ambienti sportivi, per le sue formazioni non cercava prime donne ma giovani capaci di interpretare alla perfezione il suo modulo. Con lui ad Angri si confermarono giovani di talento come Alfonso e Andrea Abate, Andrea D’Ambrosio, Lino Giordano, Tonino Cavallo, Nicola D’Alessio, Nisi, Ciancia solo per citarne alcuni. Con il suo modo di interpretare il calcio Tano Vergazzola faceva a suo modo la fortuna delle società. Con lui Angri tornò in Interregionale nel 1981, si dimise per passare il testimone al fratello Sergio. Tentò felicemente l’avventura a Sarno, vincendo il campionato, a Calitri vincendo due campionati consecutivi di promozione e di interregionale, Grittaminarda, Paganese.
Ma l’Angri era nel suo cuore, appena poteva insieme all’altro grigiorosso storico, Rocco Loffredo tornava per fermarsi a salutare gli amici ed erano veramente tanti. Riapparve in panchina ad Angri in serie D a campionato in corso ma solo per qualche domenica, perché quella fu un’annata maledetta per i colori grigiorossi e la situazione in classifica era davvero disperata tanto che si dimise per dare spazio ad altri. Dopo il definitivo ritiro dalla scena. Oggi il calcio dilettantistico salernitano piange uno di quei protagonisti che hanno scritto belle pagine di storia calcistica. Addio Tano, vero uomo di sport.
Vincenzo Vaccaro
Parole Chiave: news, us angri, tano vergazzola, ricordo
Pubblicato il 09 Settembre 2012 da La Redazione
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