Ernesto Terlizzi espone a Studios Arte Contemporanea Roma

“Collage….Pittura” è questo il titolo scelto dal curatore Carmine Siniscalco, direttore della storica galleria StudioS  di Roma  che, con molta chiarezza nel precisare tale scelta così scrive:….”Al fine di dare  anche una logica conseguenza alle esposizioni organizzate nel corso della stagione, lo StudioS  chiude l’anno espositivo con una doppia personale di due artisti che utilizzano sia pur in modo diverso la tecnica del COLLAGE: LINA PASSALACQUA ed ERNESTO TERLIZZI. Invitati perché entrambi presentano un curriculum di tutto rispetto, con esposizioni, premi e riconoscimenti ufficiali. Il tutto, conquistato con una laboriosa carriera che li ha visti seriamente impegnati al di fuori di gruppi costituiti, tendenze e movimenti, sempre mossi esclusivamente dall’urgenza personale di fare dell’arte la loro ragione di vita, non di sopravvivenza. Rimando, per conoscere i vari passaggi, alle note biografiche che accompagnano i due cataloghi pubblicati in occasione delle loro più recenti esposizioni: al Complesso del Vittoriano di Roma per la Passalacqua, di nascita calabrese ma di adozione romana, ed Ernesto Terlizzi a Spazio Tadini Milano, nativo di Angri(Sa) da dove spesso si sposta per seguire un’attività diligentemente costruita.

Una mostra sul collage che  per entrambi gli artisti risulta parte integrante del loro fare ma, che ciascuno interpreta con la propria autonomia. Per la Passalacqua in genere, resta un punto di partenza, un bozzetto guida, per la realizzazione dei suoi cicli pittorici, affrontati nel corso degli anni, per affinare sempre più un'espressione pittorica di grande finezza  e dinamismo.

Per il maestro di Angri invece, il collage non è punto di partenza ma rappresenta l’opera stessa nella sua compiutezza. Infatti, dipinge con le sole materie, assemblate in un assoluta assenza di colore,ravvivata da una particolare atmosfera di luci ed ombre.

Un linguaggio essenziale questo, che si articola su moduli di una esteriore eleganza per contenuti, nascosti e profondi, di una realtà trasfigurata nell’ambito della quale Terlizzi si muove a suo agio,come un funambolo che danza sulla corda senza temere la sfida del vuoto.

La sua Sala infatti, in questa mostra romana offre un “paesaggio mentale” che non si affida all’impatto cromatico (come per la Passalacqua) ma alla forza silenziosa dei grigi e degli ocra,  ottenuti con i soli materiali  eterogenei e naturali, i quali sussurrando, raccontano violenze e tragedie, calamità e sinistri diventando contenitori di dolorosi  significati e messaggi sottolineati dalla contrastante eleganza formale che li racchiude. 

L’esposizione potrebbe  tranquillamente titolarsi “MARE NOSTRUM”, per l’imprevisto e sorprendente riferimento di queste opere al problema quanto mai attuale dell’immigrazione, con i suoi naufraghi, dispersi ed annegati: una raccolta di opere- manifesto che incantano per la loro bellezza e per il loro contenuto invitano alla riflessione.