“Gli inceneritori? No, grazie, meglio ridurre, riusare, riciclare”
Francesco D’Andretta interviene sulla questione rifiuti in risposta al Punto di Vista di Pippo Della Corte.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Francesco D’Andretta, che ringraziamo, sulla questione rifiuti in Campania, in risposta al punto di vista di Pippo Della Corte. Ci farebbe piacere che anche la politica angrese, ufficialmente, una volta tanto, si confrontasse su questo problema serio che tocca da vicino la vita di noi tutti, con proposte concrete e fattibili. Facciamolo ora, in tempi non sospetti, memori del recente passato (foto: emergenza rifiuti ad Angri 2007)
Gentile Direttore, vorrei fare alcune riflessioni dopo aver visto il “Punto di Vista” di Pippo Della Corte sulla questioni rifiuti in Campania. L’esasperazione che si legge nelle parole del nostro giornalista sono comuni, presumo, a tutti i cittadini campani stanchi del reiterato problema dello smaltimento della “monnezza”. Ma bisogna stare attenti a non cadere in un clichè , quello di pensare che l’inceneritore sia la panacea, la risoluzione di tutti i problemi. Non è una questione che riguarda gli ambientalisti, ma la necessaria presa di coscienza di tutti i cittadini campani.
Innanzitutto bisogna tenere conto del contesto territoriale, dove la criminalità molto spesso si sostituisce allo Stato nel mercato della monnezza e nei grandi appalti, chi farà i controlli? Soprattutto nel momento in cui la politica sta vivendo una profonda crisi, e la crisi dei mercati ha messo all’angolo gli imprenditori. Rischiamo di ritrovarci con inceneritori uguali a quello di Acerra, che meglio di me lo descrive il titolo del celebre film di Nanny Loy:” Pacco, doppio pacco e contropaccotto,”
Ma volendo superare ad occhi chiusi questi presupposti, poi si deve fare la conta dei danni: innanzitutto è accertato che gli inceneritori non sono innocui, si continuano a fare studi sulle conseguenze sulla salute delle nano e micro particelle emesse, soprattutto se si tratta di una tecnologia obsoleta come quella italiana. Inoltre si tenga conto del danno ambientale ed economico per il territorio, un abbrutimento delle periferie con queste grandi ciminiere fumanti. Che futuro dare a qui cittadini?
Se ciò non basta, “l’emergenza rifiuti” ha permesso per più di quindici anni una gestione al dir poco criminosa da parte di commissari, sotto-commissari, i quali nel progettare i loro inceneritori, hanno completamente escluso le comunità locali, le quali potevano e possono dare un contributo soprattutto per l’educazione alla differenziata. Temo che in futuro continueranno ad esserci nuove Terzigno, nuovi buchi(discariche) e le momentanee ipotesi, come i termovalorizzatori, non risolveranno il problema.
Forse sarebbe meglio parlare delle tre “R”: ridurre,riusare,riciclare. Molte amministrazioni se lo stanno ponendo come obiettivo, soprattutto in funzione di un nuovo modo di pensare la società e i consumi. Non voglio fare spot, ma pongo all’attenzione di tutti altri esempi, Los Angeles (quattro milioni di abitanti) o San Francisco 850 mila abitanti. Queste città non hanno inceneritori. Loro hanno coinvolto ragazzi disoccupati istruendoli con corsi di merceologia. I ragazzi prendono i materiali differenziati forfettariamente dai cittadini e li raffinano ulteriormente Tutto il putrescibile, anziché portarlo in discarica o in inceneritore lo portano fuori città. Uso finale è compost da prato che lo vendono a caro prezzo anche a noi. Chi gestisce tali impianti da lavoro a molte persone e trae profitto semplicemente rivendendo rifiuti senza inquinare. Il punto sta nel coinvolgere i cittadini e nel vedere i rifiuti come opportunità, non come qualcosa da bruciare!
Invito Pippo Della Corte e tutti a partecipare ad una delle assemblee che si stanno tenendo a Terzigno, dove oltre alla protesta vi sono interessanti soluzioni.
Felice del confronto, saluto.
Francesco D’Andretta
Parole Chiave: news, rifiuti, inceneritori, dibattito, il punto di vista, pippo della corte
Pubblicato il 29 Ottobre 2010 da La Redazione
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