Oltre 200 persone alla lezione di Giovanni Vitolo sulla storia di Salerno

Il nostro illustre concittadino protagonista dell'appuntamento organizzato da Confindustria.

Oltre 200 persone alla lezione di Giovanni Vitolo sulla storia di Salerno

«La Scuola Medica Salernitana? L’ha fondata l’imperatore Federico II re di Sicilia, prima di lui c’erano solo studi privati di medicina, mancava la vera università». Parola di Giovanni Vitolo, professore ordinario di Storia medioevale all'Università degli Studi di Napoli «Federico II», che ieri sera ha tenuto la terza lezione di storia, «Salerno nella monarchia meridionale (1130-1503)», organizzata da Confindustria Campania al Casino sociale. Più che un racconto quella dello storico, intervenuto dinanzi al consueto parterre attento e qualificato, è stata l’esposizione di una serie di problematiche in cui Salerno, dopo la dominazione longobarda, si ritrovò nel momento in cui entrò a far parte della storia d’Italia e dell’Occidente in generale. «Dal particolarismo altomedievale - spiega Vitolo - si passa con il Ducato di Puglia e di Calabria, che poi si ingrandisce e diventa Regno di Sicilia, alla creazione di un organismo unitario che comprende un territorio ampio. Un processo che viene indicato dagli storici di ricomposizione politico-territoriale, a significare che territori frammentati vengono ricompattati in un unicum».

 

L'UNIFICAZIONE COME PROBLEMA - E qui sorge la prima questione, che è poi all’origine di un dibattito molto acceso tra gli storici: ma davvero l’unificazione politica del Sud nell’XI secolo è la causa di tutti i problemi che ci portiamo addosso ancora oggi? Naturalmente Vitolo non ci sta a condividere questa visione manichea: «Con la conquista normanna Salerno non è più la sede del principe ma una comunità di cittadini intesa come soggetto politico.E Ruggero II, nipote di Roberto il Guiscardo, è costretto a venire a patti con le comunità di Salerno, Napoli, Amalfi, ognuna con una sua identità ben precisa e una propria legislazione. La teoria della monarchia normanno-sveva intesa come una specie di rullo compressore che cancella le autonomie locali ormai è superata, i sovrani medievali non hanno i mezzi per imporre un potere uniforme dappertutto».

LA SCUOLA MEDICA - E qui veniamo al secondo problema, la Scuola Medica Salernitana: «La storia - puntualizza Vitolo - è un po’ diversa da come è stata raccontata finora, c’è bisogno di mettere ordine. Nel corso del IX e X secolo a Salerno operavano medici bravi tant’è che venivano organizzati quelli che oggi definiremmo ’viaggi della speranza’. Purtroppo nella Garzantina si continua a parlare della Scuola Medica Salernitana già operante nel IX e X secolo. Ma è solo il XII secolo il periodo d’oro dello studio e della pratica della medicina a Salerno, fino ad allora non esisteva la Scuola Medica come università, dove si studia sulla base di programmi standardizzati, su determinati testi, con momenti di verifica, esami finali e conferimento di titolo di studio». Questo «salto di qualità» lo si deve a Federico II, «è lui a dare la spinta necessaria affinchè medici e filosofi si colleghino tra di loro e regolamentino il funzionamento della Scuola».

LA SALERNO MULTI-ETNICA - Vitolo parla di un Sud in crescita nel XII secolo, dove basta pronunciare il solo nome di Federico II per fermare una mano assassina. Ma è poi lui stesso, usando parametri moderni, a confermare che era comunque una crescita minore rispetto al resto d’Italia che viveva con i Comuni l’esperienza di un’autonomia molto spinta. E Salerno? «Intensificava il suo carattere multietnico, con gruppi consistenti di ebrei (testi antichi come quelli custoditi gelosamente dall’avvocato Nino Bassi parlano di seicento ebrei in città), amalfitani, greci e tunisini. Sono gli anni in cui Salerno comincia ad essere frequentata da persone che vengono a cercare libri di medicina o filosofia tradotti dall’arabo o dal greco».

LE DOMANDE AL PROF - Anche Giovanni Vitolo, com’è già successo in precedenza con Maurizio Gualtieri e Paolo Delogu, ha riscosso ampi consensi dal pubblico, oltre duecento persone stipate nell’austera Sala Rossa del circolo più esclusivo di Salerno. Una signora gli si è avvicinato chiedendogli di prendere parte ad una nuova rievocazione storica, l’incoronazione del duca Ruggiero Borsa nel vicolo salernitano delle Fornelle. Qualcuno, inoltre, ha seguito la lezione da un televisore che diffondeva le immagini a circuito chiuso.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO - Martedì prossimo l’incontro si sdoppia e cambia location, l’aula magna del campus di Fisciano dove Carlos Hernando parlerà di Salerno nella monarchia meridionale (1503-1707) e Luigi Mascilli Migliorini di Salerno nella monarchia meridionale (1708-1860). Cresce infine la schiera dei salernitani amanti della propria città che vorrebbero conservare per sè e i propri cari le Lezioni di Storia: «È un lavoro organico e ben fatto, ma perché non pubblicate gli atti?», si chiede Antonio Guido, medico anestetista ad Eboli. Forse se lo sta chiedendo anche qualcun altro.

Gabriele Bojano (Corriere del Mezzogiorno)

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Pubblicato il 26 Ottobre 2010 da La Redazione


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