“Peppe ‘a padrona e la festa del miliardo”
Si è spento ad Angri Giuseppe Fiumara: “un uomo tutto d’un pezzo”, nel ricordo di Aldo Severino
Un ricordo dei pomeriggi d'estate degli anni 70. Era il tempo che giocando a pallone aret o’ maciel, sudavi e ti sfracassavi le ginocchia, poi passava il camion che innaffiava le strade e gustavi un po di frescura. Per merenda c’era la frutta, quella la trovavi rovistando nei bidoni, quelli in attesa di essere mandati al macero, che venivano depositati in Piazza Crocifisso davanti al magazzino ortofrutticolo.
A volte il tempo sembra non passare mai eppure è passato, sono rimasti intatti i ricordi, le emozioni di quei momenti, i personaggi che hanno caratterizzato il nostro paese, la nostra comunità; sembra di toccare con mano i volti, di ascoltare ancora le voci, di viverle ancora quelle giornate. Peppe ‘a padrona era uno di questi, un personaggio oltre il tempo; sembrava che fosse stato portato lì da un'altra epoca. Il classico padrone e gestore delle sue cose ma anche delle cose non sue, l'esempio più genuino di Patriarca, colui che non si faceva passare la mosca sotto il naso, anzi da lui passavano tutti gli affari e lui con capacità innate riusciva sempre a portare tutto a buon fine.
Lui per mestiere faceva il mediatore. Un tempo uno dei mestieri più fortunati, il sensale, quello che riusciva a dare ed avere, magari a volte lavorando al limite della legalità, ma riuscendo sempre ad ottenere un qualcosa. Lui era sempre in canottiera, sempre affaccendato, sempre di corsa e sempre con una sigaretta appesa sulle labbra. Era, a torto o a ragione, il riferimento di Piazza Crocifisso e non solo, perché riusciva a catalizzare attorno a se un sacco di interessi. Un uomo che lavorava, lavorava duro, uno che il lavoro te lo trovava, infatti sempre in quel periodo riusciva a gestire un'azienda di trasformazione di uva producendo un buon vino, apprezzato e gustato in ogni luogo.
È di quel periodo che si racconta di una delle feste che si cominciava a celebrare ad Angri: la festa del miliardo. Appannaggio di chi riusciva a conservare un miliardo, un miliardo di lire. Ebbene, si racconta che Peppe 'a padrona, festeggiò quel suo miliardo, non si saprà mai se veramente sia successo, ma certo è che in quel periodo attorno a lui aleggiò un'aura straordinaria, magica; attorno a quella figura che di mestiere faceva il sensale girava qualcosa di misterioso.
Peppe 'a padrona, uomo tutto d’un pezzo, in fondo con cuore grande; da quel momento compari e cumparielli, amici, parenti e conoscenti, tutti passavano da lui per un favore o un consiglio e lui anche se impegnato, riusciva a trovare tempo per tutti.
Si mormora in giro che non nascono più "uomini", non sappiamo quanto vera sia quest'affermazione, sappiamo solo che oggi ne è morto uno, uno degli ultimi veri uomini di Angri.
Parole Chiave: news, ricordo, giuseppe fiumara, aldo severino
Pubblicato il 05 Agosto 2014 da La Redazione
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