Successo in Polonia per il compositore angrese Francesco Colasanto
Standing ovation per la prima assoulta della sinfonia “Terra” composta dal musicista angrese
Con grande successo di pubblico e standing ovation finale, lunedi 26 settembre presso il Teatro della Filarmonica di Koszalin, in Polonia, è stata eseguita in prima assoluta dall’Orchestra del Conservatorio di Benevento, sotto la guida di Francesco D’Ovidio, la Sinfonia “Terra!” composta dal musicista angrese Francesco Colasanto.
Il Tour è stato organizzato dalla Fondazione Pokoloruj Swiatt di Koszalin.
Quello di Koszalin è stato l’ultimo concerto del “Terra! Tour” in terra polacca. Infatti due giorni prima la Sinfonia è stata apprezzata anche dal pubblico del Teatro dell’Opera di Stettino. Grande protagonista l’Orchestra del Conservatorio di Benevento, formata da giovani musicisti di talento ed impreziosita dalla presenza in organico dei Maestri Francesco Solombrino e Paolo Castellani, che sotto la guida del M° Francesco D’Ovidio ha saputo magistralmente interpretare la musica del compositore angrese Francesco Colasanto. E non solo.
Infatti, nella prima parte del Concerto il pubblico ha avuto anche modo di ascoltare brani di Sibelius, Bartok, Grieg e Jenkins in una esecuzione di assoluto valore. Ospite di prestigio il mezzosoprano Wiktoria Wizner che, come bis, ha regalato una intensa interpretazione dell’Ave Maria, composta dallo stesso Colasanto ed eseguita anche essa in prima assoluta. L’Orchestra si è esibita anche nell’Università di Stettino in occasione dell’ “Inspiration day” (evento oramai cult della città situata nello storico territorio della Pomerania) e nel Liceo Musicale di Koszalin.
Grande soddisfazione del Presidente Caterina Meglio e del Direttore del Conservatorio di Benevento Giuseppe Ilario “Siamo molto felici di aver prodotto questo evento di grande qualità che si colloca a pieno titolo nella tradizione della nostra istituzione, da sempre impegnata a sviluppare rapporti internazionali”
La sinfonia “Terra!” è dedicata alle gesta del navigatore italiano Cristoforo Colombo che partì alla scoperta delle Americhe nella seconda metà del 1400.
La musica assume da subito l’impatto della “colonna sonora”, del viaggio di chi parte ma sa che deve necessariamente ritornare, di chi farà del nuovo mondo non la sua nuova casa ma il simbolo di speranza per l’uomo e soprattutto per se stesso. Ognuno dei quattro movimenti assume un carattere descrittivo, ma non oleografico. Nessuno strumento solista ma, a turno, sia la sezione d’archi sia clarinetti e oboi sembrano cantare le “gesta” del navigatore italiano accompagnate dall’incessante fagotto , ridotto quasi a “parole e rumore di sottofondo “ prodotti dalla sua ciurma, e dagli improvvisi lamenti dei corni che sembrano quasi le domande ineluse dei nativi del nuovo mondo.
Nel primo movimento l’oboe sembra annunciare la nuova “terra!” dapprima in modo sommesso e poi finalmente più chiaro. Come un marinaio di vedetta che fra la nebbia del primo mattino avvista finalmente quella macchia scura uniforme che si distingue dal mare. A scandire l’inizio del secondo movimento i clarinetti che annunciano la sorpresa dei nativi nel subitaneo “incontro” con le navi spagnole ed i suoi “pericolosi” conquistatori. Sorpresa che prosegue e che diventa stupore quando Cristoforo e la sua ciurma scoprono l’”oro” e le meraviglie del nuovo mondo.Cosi fra l’alternarsi di melodie e di atmosfere quasi rarefatte dei primi tre movimenti si inserisce il tema , semplice, ostinato, in cui archi, ottoni e legni si intrecciano, disegnando una “tempesta” emotiva, quasi a voler chiudere in modo tragico sia la sinfonia che la storia stessa, eludendo la speranza e il positivo stupore che l’oboe delle prime battute lasciava intravedere.
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Pubblicato il 01 Ottobre 2016 da La Redazione
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