Cosimo Ferraioli sulla mensa scolastica: “Mauri e Milo confondono le acque!”
Il capogruppo Pd-Centrosinistra confuta le tesi dell’Amministrazione sulla qualità del servizio
Riceviamo e pubblichiamo:
Il 2011 è stato l’anno in cui l’Amministrazione Mauri ha dato il peggio di sé, al punto da aver perso ormai totalmente credibilità e sostegno non solo nell’opinione pubblica, ma anche tra le persone che l’avevano votata (per le quali ormai è diventata indifendibile sia sul piano della legalità che su quello dell’efficacia politico-amministrativa). Il 2012 è cominciato ancora peggio: trionfo del ricatto permanente, varie forme di familismo (non solo amorale, ma anche arrogante), debolezza politica e incapacità amministrativa.
L’affaire SOGET ha dimostrato, in modo evidente, non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i cittadini, quali erano le scelte ed i metodi del “sistema mauriano”; purtroppo, gli effetti negativi di tale vicenda si ripercuoteranno sulle casse comunali e sui bilanci futuri.
Ma SOGET è solo il caso più importante ed emblematico tra i tanti che hanno caratterizzato l’era mauriana; l’affaire APPALTO MENSA SCOLASTICA, per certi versi, non è da meno e lo dimostrano le ripetute contraddittorie dichiarazioni del Sindaco nonché del suo fidato e pseudoesperto (o troppo esperto?) consigliere comunale, Alberto Milo.
Per il Sindaco, in un primo momento, tutto era stato fatto bene; poi ha cominciato a dire che c’era stato qualche errore, che in Comune veramente erano girate varie versioni del disciplinare di gara e che, quasi fosse un gioco o uno scherzo al dott. Costantino Sessa, si era sostituito, a sua insaputa, il disciplinare approvato ufficialmente con un altro, il quale, guarda caso, aumentava la discrezionalità della Commissione.
Il Sindaco, inoltre, per tentare di difendere la scelta del nuovo tipo di appalto (offerta economicamente più vantaggiosa e non quella più bassa), ha improvvisamente dichiarato che i pasti serviti fino a quel momento facevano schifo e che lui non aveva potuto dire e fare niente (falso, letteralmente falso: poteva intervenire e come!) e che esso garantiva la qualità dei prodotti e del servizio, in base al dogma da lui inventato nell’occasione: massimo ribasso = pessima qualità; offerta economicamente più vantaggiosa = garanzia di qualità! Naturalmente anche questo dogma è sbagliato ed il primo a smentire l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Pasquale Mauri, è l’Assessore ai Lavori Pubblici, Pasquale Mauri, il quale finora ha sempre fatto approvare, in Giunta appalti col massimo ribasso e nessuno ha mai pensato che volesse realizzare opere pubbliche di pessima qualità!.
Certo, entrambi i metodi di selezione delle offerte hanno dei pro e dei contro; la critica maggiore rivolta al metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa è l’eccessiva discrezionalità attribuita ai commissari, la quale, però, se si vuole, può essere limitata prevedendo una precisa ed oggettiva modalità di assegnazione dei punteggi.
Ma, andiamo avanti. Come mai, visto che l’importo dell’appalto supera abbondantemente i 250.00,00 euro, nessuno si è preoccupato di inviare preventivamente, il bando e tutti gli altri atti allegati, alla Prefettura di Salerno, così come prescrive il Protocollo di legalità, sottoscritto dal Comune di Angri con la stessa Prefettura? Per scelta o per negligenza?...Già, la legalità…
La questione fondamentale resta la qualità che tanto sta cuore al Sindaco e al consigliere Milo, ma si ha la netta sensazione che a lor signori non è ben chiara la differenza che c’è tra qualità dei processi e qualità dei prodotti, per cui forse è bene spendere qualche parola in più.
Siccome il concetto di qualità di un prodotto agro-alimentare può assumere significati diversi a seconda dei punti di vista, i motivi per i quali si appalta un servizio di refezione fanno supporre che la qualità di un prodotto alimentare debba essere intesa anzitutto come "qualità merceologica", e cioè come valutazione dell’insieme delle determinazioni qualitative, quantitative ed organolettiche che caratterizzano il prodotto, e che inoltre devono essere conformi alle disposizioni di legge, per la categoria in esame.
Ad esempio, per gli oli di oliva, relativamente al gusto ed al grado di acidità, ci sono quattro categorie, corrispondenti a quattro tipi commerciali, individuati ciascuno da una precisa denominazione di vendita: olio di oliva vergine extra, olio di oliva vergine, olio di oliva, e olio di sansa di oliva. Per completare, almeno in parte, il quadro dei molteplici aspetti del concetto di qualità, occorre tener presente anche i marchi, che sono tipologie di certificazione che possono essere adottate dalle Aziende produttrici per garantire la qualità dei loro prodotti. Se l’oggetto della certificazione è il processo produttivo in corrispondenza dei vari stadi della filiera, parliamo di certificazione di processo; per intenderci, l’HACCP, l’ISO 9000, l’ISO 14001 (che sono quelle richieste nel bando).
Se l’oggetto della certificazione è la qualità del prodotto messo in commercio, abbiamo le certificazioni di prodotto, cui corrispondono diversi tipi di marchi: marchi di origine, marchi biologici, marchi collettivi, marchi di qualità superiore, e marchi d’impresa. Infine, la qualità è vista anche come sinonimo di prodotto genuino, con la tendenza attuale a produrre prodotti biologici, con l’introduzione di marchi biologici (quello dell’UE e i marchi biologici privati). Ebbene a nessuno dell’Amministrazione (Sindaco, Consigliere esperto, funzionari) è venuto in mente di preoccuparsi della qualità dei prodotti che costituiscono i cibi anziché della qualità del processo con cui l’impresa appaltatrice li prepara! Mah…
Quale è la norma che il concorrente deve rispettare per garantire la qualità merceologica dei prodotti utilizzati per la preparazione dei cibi? Tanto per capirci: la pasta è di semola di grano duro o tenero? E’ italiana o proviene da paesi extracomunitari? E i pomodori per il sugo? La carne è di manzo, di bufalo o cosa? Il pesce è dell’Atlantico, del Pacifico o del Mediterraneo? La frutta e la verdura, sono italiane, comunitarie o provengono dall’Egitto (con tutto il rispetto)? E le verdure sono condite con olio di oliva (extravergine è troppo?) o di palma? In fondo sono, più o meno, le stesse cose che ci chiediamo quando andiamo a fare la spesa…Ma di questo nessuno si è preoccupato!
C’è da dire, ad onor del vero, che all’articolo 8, punto b, del Capitolato Speciale d’Appalto, si prescrive che Il pranzo deve essere preparato con prodotti di prima qualità, aventi le caratteristiche di cui all’allegato elenco. Quale elenco, se l’elenco non c’é? Mah, sarà stato un refuso, può capitare, soprattutto quando si utilizzano alcune funzioni di molti programmi di scrittura, tipo “copia e incolla”…
Rido amaro, quando il consigliere Milo si autoloda per aver scelto la qualità. Mi dispiace per lui, ma soprattutto per noi; infatti, stando ai fatti, possiamo affidarci solo alla bontà e all’onestà della ditta che si è aggiudicata l’appalto. Infatti, in merito alla fornitura di materie prime di qualità, contrattualmente, l’Amministrazione non ha richiesto nulla, ha taciuto! Per scelta o per negligenza, comunque, ha taciuto!
Ribadiamo, si è preoccupata solo della qualità del processo e non del prodotto, che, invece, nel caso di un appalto per la fornitura di cibi ai bambini delle scuole è, forse (o senza forse) l’elemento fondamentale.
Ma sulla certificazione di qualità torneremo…
Cosimo Ferraioli
Capogruppo consiliare PD-Centrosinistra
Parole Chiave: news, politica, cosimo ferraioli, pd, amministrazione comunale, mensa
Pubblicato il 22 Febbraio 2012 da La Redazione
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