Don Alfonso Raiola, la storia di un prete di paese, amato da intere generazioni
Nel ricordo di Aldo Severino il sentimento dell’intero popolo angrese
Stavo ricercando le parole giuste per ricordare anch’io Don Alfonso Raiola che ho avuto l’onore di conoscere ed amare per lungo tempo, quando ho letto l’articolo di Aldo Severino che ben rappresenta il sentimento dell’intero popolo angrese. Ve lo ripropongo integralmente, assieme alle foto che ha postato su fb. A.S.
LA STORIA DI UN PRETE DI PAESE.
Il giorno 26 aprile 2014 è stata l'ultima volta che Don Alfonso Raiola è passato per la sua Collegiata, quella che l'ha visto come punto di riferimento per intere generazioni, con la sua cadenza dialettale angrese, straordinariamente mielosa e fortemente ispirata alla Fede. E' difficile sintetizzare in poche righe le grandi doti di questo sacerdote dall'animo umile e generoso: con la sua accoglienza, il suo sorriso per tutti, la sua disponibilità verso i bisogni di ognuno ha saputo convergere gli interessi di una moltitudine di fedeli: sempre a contatto con la gente, che magari ti sommerge coi suoi problemi, le ansie, i dolori e le aspettative.
Quante feste di San Giovanni vissute e molto più sentite, complice il forte benessere economico, facevano da contorno alle sue omelie incentrate sul Vangelo, che si premurava di rendere sempre attuale nella concretezza del quotidiano, mettendo a nudo le false certezze degli uomini ed esortando a ritrovare la Giusta Via. Don Alfonso ha saputo far crescere la nostra comunità attraverso i fondamentali valori della fede, che negli anni hanno caratterizzato il modo di vivere di famiglie e generazioni di angresi: battesimi, comunioni, matrimoni e poi funerali, tutto si è vissuto con lui, anche il terremoto, quel terribile nemico che è stato una tappa, come per noi tutti, della sua esistenza, prima come uomo e poi come testimone della Chiesa.
Proprio negli anni bui del tremendo cataclisma, con la Collegiata fortemente lesionata e per anni chiusa al culto, sperimentò ancor di più il calore della sua gente riuscendo ad accogliere nei locali adiacenti alla Chiesa tutti coloro che erano in cerca di pace e conforto. Un sacerdote che tutti ascoltava e con tutti parlava, perfino con i Santi, dando l’impressione del vecchio parroco del paese, come Don Camillo per intenderci, sempre pronto per una parola di "buono" per chiunque. Conosceva tutte le tradizioni del suo popolo, sempre attento e scrupoloso ha vissuto a stretto contatto con le sue comunità di fedeli, e a quanti a lui ricorrevano dava consigli, amore e assoluzioni. E’ stato anche una guida per tutto il mondo religioso del nostro territorio in quanto era il sacerdote più anziano dell’agro nocerino sarnese. Insomma una figura d'altri tempi, quei tempi raccontati dalle vecchie generazioni, quando era tutto più bello e sincero, quando si riuscivano ancora a distinguere le stagioni e quando, arrivato il mese di giugno, si cominciava a respirare già l’aria della festa di San Giovanni, che durava giorni e giorni e che suscitava grandi emozioni, attirando attenzioni da tutte le comunità vicine. Ma emozione ancor più forte, era quando Don Alfonso dall’alto della sua carica di prete “nostro”, quasi a richiamare il forte ritardo accumulato per il rientro del Santo nella chiesa, e proprio come Don Camillo di Guareschi, esclamava, facendo sentire a tutti il suo disappunto: "San Giuva’ ti si ritirato...!? Ti è piaciuta la festa?".
Altri tempi, altre storie, ma il ricordo di un uomo buono e capace di attrarre a se tanta attenzione, stima, affetto e bene rimarrà ben impresso nella mente e nel cuore del popolo Angrese.
Aldo Severino (Confesercenti Angri)
Parole Chiave: news, ricordo, don alfonso raiola
Pubblicato il 27 Aprile 2014 da La Redazione
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