Don Chisciotte al Teatro Diana di Nocera Inferiore, con Claudio Di Palma e Lello Arena
Sabato 7 e domenica 8, rivisitazione in chiave moderna dell’opera di Miguel De Cervantes. Regia di Nadia Baldi
“Don Chisciotte” si ferma al Teatro Diana di Nocera Inferiore con le recite del 7 e dell’8 maggio. La nuova pièce scritta da Ruggero Cappuccio e diretta da Nadia Baldi con Claudio Di Palma nei panni del protagonista e Lello Arena in quelli dello scudiero Salvo Panza conclude la lunga e applaudita tournée nazionale di 70 repliche in 3 mesi in tutta Italia.
L’eroe fragile e allampanato si chiama Michele Cervante, studioso di letteratura epica posseduto dall’anima dell’hidalgo de la Mancha. Emarginato da una società che lo respinge quotidianamente, il protagonista perde contatto con il mondo reale. La sua energia visionaria lo conduce contro mulini inesistenti, in un’osteria che gli appare nella possanza di un castello e al soccorso dell’amata Dulcinea, fino alla conquista morale di un improbabile scudiero. Salvo invece è un uomo qualunque che, prima, cerca di distoglierlo e riconsegnarlo alla cosiddetta normalità, poi vorrebbe vedere, anche lui, il mondo con gli occhi del cavaliere.
A vestire i panni di Don Chisciotte è Claudio Di Palma, interprete intenso e leggero, autore di performances meravigliose e di rara poesia. Accanto a lui, un robusto Salvo Panza trova vita nella straordinaria agilità attoriale di Lello Arena, tra i più amati e conosciuti di sempre. La vicenda è quella descritta da Miguel De Cervantes, ma Ruggero Cappuccio la reinterpreta dirottandola ai giorni nostri e caricandola del suo stile alto e asciutto, vaporoso e senza tempo. “Il testo - afferma l’autore - si concentra sul conflitto tra modernità efferata e umanità poetica, sulla solitudine e l’illusione, sul lirismo di una realtà che non è più o che non è mai stata, ma vive fresca nella memoria come ricordo presente”.
La regia di Nadia Baldi si attesta su confini immutabili, ma non per questo facilmente rintracciabili, quelli che da millenni vivono invariati nel cuore degli uomini. Per la regista: “Don Chisciotte e Salvo Panza sono collocati in uno spazio indefinito, mossi su un piano metafisico e ostinatamente rituale nei gesti e nei modi. L’esaltazione della meccanicità ossessiva dei personaggi li sospinge nella leggerezza della fantasia”.
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Pubblicato il 05 Maggio 2011 da La Redazione
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