Alcuni politici di Angri, appena li "tocchi" perdono le staffe

E’ ben strana la politica angrese nei confronti degli operatori dell’informazione. Se sei un “amico”, se scrivi tutto quello che ti dettano, se lecchi e magnifichi la loro preparazione, oppure se attacchi il loro avversario di turno, allora sei un bravo e “libero” giornalista, ti danno tutta la loro solidarietà, mobilitano anche un intero partito per essere solidale con te (ottobre 2008), contro chi cerca di far zittire la libera informazione, la libertà di stampa, etc…

Ma appena ti permetti di far notare, documenti alla mano, che gli errori e le inadempienze  possono essere commessi anche da loro, allora giù con epiteti e ritorsioni.

E’ già successo nel recente passato che più di un politico abbia cercato di farmi zittire, con minacce velate o anche palesi, con ingiurie e insinuazioni. Oggi la cosa si sta ripetendo.

La mia colpa? Quella di aver osato “menzionare”  fatti di cronaca politica ed amministrativa che coinvolgono un noto “censore” cittadino che, anziché cercare di giustificarsi, dare delle spiegazioni che avrebbero sicuramente trovato spazio su questo giornale, tenta la solita strada del discredito personale, arrivando a coinvolgere anche la famiglia.

Proprio lui, guarda caso, che per arrivare ad avere il posto pubblico che occupa, per sua stessa ammissione,  è stato prima assunto direttamente per sei mesi, poi il contratto gli è stato rinnovato per sei mesi ed altri sei ancora e poi, per fortuna, arriva un commissario prefettizio che fa il concorso e lo sistema a vita.

E oggi assurge al ruolo di moralista e censore nei confronti di chi ha smascherato la sua fallacità professionale, amministrativa, politica ma soprattutto umana.

Amedeo Santaniello