Il Presidente Giovanni Orlando era un uomo e uno sportivo di grosso spessore

Ha mollato il presidente Giovanni Orlando, un male inesorabile lo ha stroncato poco dopo mezzogiorno in una corsia dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, lasciando nel più profondo sconforto la famiglia, gli amici e non ultimo tutto lo staff dell’Angri Calcio. Il massimo dirigente grigiorosso era stato ricoverato d’urgenza presso il nosocomio salernitano perchè colpito da una emorraggia interna. I primi interventi lasciavano prevedere che tutto potesse essere risolto in breve tempo poi le condizioni fisiche si erano ulteriormente aggravate.

Chi era Giovanni Orlando? “Senza fare  retorica era uno sportivo sicuramente di grosso spessore che ha tracciato al Novi un solco difficilmente cancellabile, dice un emozionato e affranto Alberto Monetta, da lui abbiamo imparato moltissimo e la sua esperienza di vecchio tifoso prima e dirigente poi è stata e sicuramente sarà un faro che dirigerà il nostro futuro cammino. Subentrato a Nicola Varone, in cinque mesi ha saputo infondere a tutti noi, continua il direttore sportivo, serenità e tranquillità dando la massima fiducia ad uno staff da lui fortemente voluto. Era entrato a far parte della famiglia grigiorosssa tra lo scetticismo di molti, è stato capace di ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama calcistico attraverso una gestione diligente e rispettosa della professionalità dei tesserati dell’Angri. Puntuale e preciso era riuscito a far dimenticare le diatribe che lo avevano preceduto onorando tutti gli impegni dando una immagine nuova e professionale della società angrese divenuta una isola felice nel travagliato e difficile mondo del calcio.

“I calciatori lo avevano capito, avevano imparato ad amarlo e ripettarlo, conclude Alberto Monetta, per lui hanno lottato gara dopo gara avvicinandosi sensibilmente alla quota play out dopo una lunga permanenza in zona retrocessione diretta grazie alla conquista di ben 24 punti”. A piccoli passi stava ricreando un nuovo rapporto con la sfiduciata tifoseria che cominciava a far risentire il proprio calore e la propria vicinanza ai colori sociali  facendo apparire in città uno striscione “Presidente non mollare” quasi a voler esorcizzare cattivi presagi. Invece no, ancora una volta ha voluto sorprendere tutti allontanandosi in punta di piedi. “Ora lascia un vuoto incolmabile ma certamente nulla cambierà, insiste Monetta, continueremo a lottare anche per lui che sognava un posto tra i professionisti e che ha intrapreso invece il suo viaggio verso il paradiso da dove guidarà il vice presidente Liguori e tutto lo staff a raggiungere quell’obiettivo della permanenza in serie D.”

Vincenzo Vaccaro