Immacolata Orlando, chi la ricorda?

Ieri, 14 ottobre 2012, si è celebrata in tutt’Italia la 62.ma giornata nazionale dedicata alle vittime di incidenti sul lavoro. Una giornata, a dire la verità, passata quasi completamente in sordina  sui principali mezzi di comunicazione, televisioni, giornali nazionali e siti web. Nessuno, o quasi nessuno, vuole ricordare coloro che perdono o hanno perso la propria vita sui luoghi di lavoro, quasi a voler rifuggire le cifre spaventose che ogni anno vengono stilate. 

L’Inail ci parla, per il 2011, di 725mila infortuni e 920 morti sul lavoro mentre altre fonti forniscono dati ancora più preoccupanti (perchè l’Inail non conta gli infortuni dei lavoratori in nero). Cifre comunque da bollettino di guerra che, però, non fanno “notizia”. 

Certo, la gente si commuove quando capita l’infortunio mortale, i giornali danno tutti i dettagli, anche quelli più raccapriccianti, ci si interroga, si riflette, poi tutto ritorna nell’oblio. Si preferisce ricordare i caduti di guerra, ormai lontani nel tempo, ci si arrabbia (giustamente) se il monumento a loro dedicato viene deturpato, ma si preferisce “sorvolare” e dimenticare quanti ogni anno perdono la vita o rimangono seriamente deturpati oggi, in tempo di pace, sulle nuove trincee di una guerra che non ha fine.

Perchè tutto questo preambolo? Perchè il mio pensiero, ieri, è andato ad una donna angrese, madre di cinque figli, tragicamente deceduta sotto una pressa di un’industria conserviera di Via Nazionale cinque anni fa. Immacolata Orlando, 46 anni, il 5 novembre 2007 perse la vita in un tragico incidente sul lavoro. A lei, come agli altri cittadini angresi caduti sul lavoro, la città di Angri non ha ancora dato il riconoscimento che spetta ai suoi figli migliori.

Amedeo Santaniello